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25. INDICE RICERCATORI, PERSONAGGI: NERVI e....

Pietro Risso e Marcella Rossi Patrone Nervi Sant'Ilario-Quinto Ieri e Oggi, libro che dopo 50 anni aggiorna il Gajone

Bevanda "Nervi" e dépliant della Band degli Orsi che rallegra i bimbi del Gaslini

Eros Chiasserini Pubblicazioni e Ricerche 200o/2009 e tre articoli:

1) Un CD di Ti racconto Nervi Il Cittadino 21 maggio 2006

2) Un saluto da Nervi in cartoline Settimanale cattolico 24 giugno 2000

3) Un atto notarile del 1294 Il Cittadino 6 maggio 2007

Piero Sessarego, La Voce di Nervi- S.Ilario gennaio 2005: Referendum Autonomia, passi fatti e da fare

Lucia Botta Penco che vinse una medaglia d'oro scippata dalla Grande Genova

Per l'Autonomia il pensiero della Gente: e triste il politico che come Morgano delude, ma contro l'autonomia potè il cambio della Giunta. 

da "Nervi, Comune a sé" Il Cittadino 27 febbraio 2005

Il dottor Francesco Mura presiede il Comitato per l'autonomia 3 marzo 2010 

Marcia sulle strisce dei cittadini di Nervi per l'Autonomia Il Giornale 15 marzo 2010

Difesa del Verde:

1) Progetto riqualificazione Parchi Nervi Il Cittadino 16 aprile 2006

2) Meno Verde, no grazie Il Cittadino 11 giugno 2006

3) Piano Winkler: è polemica Il Cittadino 18 novembre 2007

Parchi di Nervi: un bene pubblico e gli usi impropri... Il Cittadino 6 agosto 2006

Luoghi del cuore: il Voto premia i Parchi di Nervi Il Cittadino 10 settembre 2006

Italia Nostra raccoglie firme per il Giardino storico dei Parchi

Giorgio Baroni  un innamorato di Nervi che ha svolto un eccellente lavoro per la memoria collettiva: Sito www.parcoculturalenervi.it (copyright Giorgio Baroni)

E ancora: www.parchidinervi.it e www.pronervi.it

Paolo Sassetti (Ass. Amici Parchi) difende lo scoiattolo grigio. Da articolo Beatrice Lombardo, Il Giornale 29 gennaio 2014

Da Arenzano un'idea per i Parchi di Nervi Florarte Il Giornale 23 aprile 2004

Il cavalier Rosario Fucile: pellegrinaggio a Dachau e parole di Antonio Zeggio, "pellegrino nella vita" Settimanale cattolico 20 aprile  1989 

Messa natalizia "Il sogno fatica quotidiana" officiata da don Cavalli per gli Anziani alla Rotonda di Quinto

(di cui è stato anima il cavalier Rosario Fucile) Settimanale cattolico 3 gennaio 1991

E critica a quell'articolo da alcuni dirigenti dell'Ansaldo

Un sondaggio sui desideri di 250 anziani. Convegno a Lavagna su "Dare dignità alla Terza Età" Settimanale cattolico 31 ottobre 1991

Omaggio alla GAM e alle iniziative di Maria Flora Giubilei come una Mostra sulle cartoline di Aurelio Bertiglia

e omaggio alla giovinezza dei miei genitori (pagina verso il matrimonio da Archivum Bobiense  n. 23 del 2001)

Per amarcord in atmosfera del Natale omaggio in morte a mia madre con parole da Passaggio in ombra di Maria Teresa Di Lascia

e per nostalgia di passato ma anche omaggio al Circolo Forestieri di Nervi  (presidente Davide Canu) la mascherina d'oro a mia figlia Ida di anni 3 e mezzo il 12/2/1971

La piazzetta ad inizio passeggiata inditolata al sub Egidio Cressi e foto di Carleo presidente del IX Municipio con i familiari del sub: Il Giornale 14 giugno 2009

e foto di mio figlio Cesare al Secondo corso turistico d'immersione del Centro subacqueo mediterraneo fondato nel 1952 da Duilio Marcante Il Giornale 17 luglio 1985

La Wolfsoniana di Nervi: splendide iniziative di collegamento con il territorio pro figli e nipoti di arttisti. Il Cittadino 24 giugno 2007

Ricordo di Francesco Boero (per il muretto artistico del Porticciolo v, Pagina Arte e Tradizione)

​Filippo Patané: Cartoline storiche  e Libri (v. anche pagina Guide di Genova) e "Nervi, I grandi alberghi" Il Cittadino  6 maggio 2007

Pierluigi Gardella, alpino, con Passeggiata in cartolina e Quaderni di Jeri

Su Quaderni di Jeri la redazione de Il Giornale e Presentazione di Giorgio Devoto al II Volume nel 2007 

Nervi - Cuore di Carità (1):  Gli alpini di Nervi costruiscono in Russia un asilo per 100 bambini  Settimanale cattolico 11 maggio 1993

Gianni Argentino: in 300 gagliardetti la storia del '900 sul "nostro" territorio (e non solo) e ricordo dei salvamenti operati dal padre Augusto davanti a Torre Groppallo   -  27 gennaio 2014

Segnalazione importante: Aldo Leporatti ha edito un Sito: santilarionline.it e pubblicato un libro "Sant'Ilario - memorie di un paese"  in Italia presso Cromografica Roma S.r.l., Roma per Gruppo editoriale L'Espresso S.p.A-

In omaggio a Gianni Argentino anche volontario presso la Pubblica Assistenza Nerviese e ai volontari tutti, un mio articolo su Il Giornale  30 maggio 1993  

Nervi - Cuore di Carità (2) Da San Giuseppe, grazie a don Vincenzo De Pascale, un prefabbricato per bimbi disabili di Amman Il Cittadino 26 febbraio 2006

Aurora Bafico Parchi e passeggiata Nervi e immagini dei Borghi liguri (il Club)  in Liguria...la mia terra (2005) Settimanale cattolico 4 marzo 2007

E sempre dal libro di Aurora Bafico "Liguria" di Camillo Sbarbaro e

stazione di Camogli fiorita di Bougainvillées

Camogli Santuario del Boschetto: la collezione permanente di ex voto marinari e libro di Farida Simonetti

Dal libro riproduzione di due ex voto.

Ex voti marinari alla Commenda di Pré  Corriere Mercantile  1 marzo 2000

Eccoli i Pipetti ritrovati: "Sulle tracce di Maria" Il Giornale 18 dicembre 2004

La Vergine Incoronata Regina di Genova Il Giornale 18 dicembre 2004 (medesima data dato che tutta quella pagina a mia firma fu dedicata a Maria, un terzo articolo registrava una dissertazione pubblica del cardinale Bertone sulle Apparizioni nel tempo)

Nicolò Anselmi di Quinto nominato diacono 24 giugno 1991, poi da sacerdote resposnabile della Pastorale giovanile

Quando la pagina era in completamento ho indicato ciò che volevo mettervi come gli eventi più significativi che ho conosciuto.

E sono : Segnalazione delle ricerche di Eros Chiasserini (v. anche Pagina 6 "Dante e Jimmie, Marina Larcher, neurochirugo Alberto Alberti)

 Ricorderò la battaglia per il Referendum per l'autonomia e i passi che si fecero tramite Piero Sessarego e il giornale La Voce di Nervi-S.Ilario nel 2002, giornale che diresse con fine di tornare all'indipendenza da Genova  di questo Levante.

Ricorderò di Patané (Cartoline. v.anche p. 14 "Guide di Genova"), di Pierluigi Gardella (Passeggiata in carotlina scritto con Patabé e Quaderni di Jeri ma  anche p. Religione per le Confraternite del Genovesato).

Per la tutela del Verde di Giorgio Baroni (Sito Parco culturale Nervi), di Ester Quadri  e Marco Compagnino (Censimento alberi Piazza Duca degli Abruzzi e Giardini di Quinto).

Ma ricorderò anche la Mostra di gagliardetti del macellaio Gianni Argentino

o  la Storia dei Pipetti di Quarto.

Per la ricerca artistica darò notizia della Mostra alle Raccolte Frugone delle "Cartoline" di Bertiglia come dei quadri di Aurora Bafico su Nervi, i borghi liguri e Camogli.

Darò notizia di un'intensa esposizione di ex voto marinari alla Chiesa di Camogli  e spostandomi dalla costa e alzando uno sguardo di fede alle colline ricorderò  Nostra Signora della Guardia  Regina di Genova (la città guarda da fine 1400 a lei  sua Regina indiscussa) 

E chiuderò con un grazie a don Anselmi nato a Quinto ed ora da giovane sacerdote responsabile della pastorale giovanile.

E così penso e spero di  finire questa raccolta, però se non aggiungessi  totalizzerei importanti omissioni: se ho conosciuto qualcosa di buono e disinteressato come mi è capitato per giornalismo, qualcosa di utile per la nostra memoria collettiva in questi luoghi privilegiati del Levante, perché non ridirlo, non ripeterlo per divulgarlo almeno per quanto posso? 

 

Tra i Ricercatori inizio da Eros Chiasserini, una vita sul mare da navigante e poi stabile ora nella sua Nervi un lungo lavoro di ricerca tramite archivi della sua storia, un reale atto d'amore verso la sua terra.

Chiasserini sostiene che far ricerca non è difficile. Bisogna imparare dove andare (specie frequentare l'Archivio di Stato, dove però avverte che gli atti notarili  di Chiavari e delle planimetrie antiche del Levante sono custoditi a Campi e bisogna prendere appuntamento per visionarli). Quando s'inizia a destreggiarsi si apre un mondo affascinante, così sostiene Chiasserini, ma secondo me non resta semplice ed ho sempre rimpianto che nessuno nemmeno all'Università (ma sono passati tanti anni dai miei studi) mi abbia allora insegnato a far ricerca. Anche consultare i cataloghi delle Biblioteche un tempo era già un'impresa in cui perdersi e ricordo solo qualche approccio del genere da parte del professor De Regibus (anche preside della Facoltà di Lettere) per l'epigrafia romana. Me la sono cavata nel tempo, anche per ricerche giornalistiche, solo quando trovavo qualche funzionario esperto e in genere affidando la mia conoscenza solo alla ricerca su giornali d'epoca, quindi molto poco e spesso senza arrivare al risultato, come è stato per il caso del trentino Alberto Alberti che nel 1896 ebbe una figlia, Laura, in Viale Vittorio Emanuele (oggi Viale della Palme a Nervi) e che fu fondatore della neurochirurgia a Buenos Aires in Argentina (v. p. 6 verso la fine).

Grazie a Chiasserini prima mi sono indirizzata a ritrovare all'anagrafe storica di Nervi l'atto di nascita di Laurita, poi da Chiasserini ho avuto il certificato di battesimo ma con utili e intelligenti osservazioni come il considerare il nome dei padrini di battesimo o della moglie di cognome Sanchez quindi forse di origine argentina cosa che spiegherebbe il successivo trasferimento colà della famiglia. Non solo questi documenti Chiasserini li ha trovati nell'Archivio della Chiesa di San Siro di cui è stato riordinatore, ma mi ha anche segnalato che all'Archivio di Stato c'è un Registro dei migranti che potrei consultare per ritrovarvi magari qualche notizia più approfondita.

Infine nel darmi notizia di sue Pubblicazioni e Mostre, mi ha anche indicato in base ad una planimetria in suo possesso che il Villino Fratelli Costa dove nacque la figlia del neurochirurgo Alberti avrebbe dovuto essere a fine '800 in fondo all'attuale Viale delle Palme, a sinistra verso la Stazione: "da una planimetria del 1872 creata per l'esproprio  dei terreni sui quali venne costruita Via V. Emanuele, risulta che un consistente appezzamento situato in quella zona era dei Fratelli Costa e cioè: Gio Batta, Francesco, Bernardo ed Enrico. Possibile quindi che la villetta costruita in tale zona fosse divenuta proprietà della stessa famiglia".

Ma per far ricerca bisogna anche ragionare con intelligenza tant'è che Chiasserini indirizzandomi alla ricerca all'Anagrafe storica per l'atto di battesimo, mi aveva detto: "Un tempo le donne partorivano in casa e quindi avrà modo di sapere dove è nata la bimba Laura" ed era una cosa cui vent'anni fa quando il mio caporedattore al Giornale mi aveva chiesto di compiere quella ricerca non  avevo minimamente pensato.

Per parte sua Chiasserini ha riorganizzato l'Archivio della Chiesa di S. Siro, sta consultando e riordinando quello della Dilettanti Pesca in previsione dei 50 anni dalla fondazione che è stata il 6 aprile 1964.

Tra le sue pubblicazioni: 

Nervi - "L'insenatura del Borgo Marinaro" - "Il Castello" - 2006 - D.P.N.; "Cinque secoli per le strade di Nervi" - Mille, mille e ancora mille passi per Nervi"(parte prima), e  con Marina Larcher (attuale presidente Associazione Amici dei Parchi di Nervi e vedi p.6) "Molini e Pastifici" - "La Colonna Infame" (una storia nerviese, parte seconda), 2007 - D.P.N .

"Catastro della Commune di Nervi - 1798 in Settembre" Il Catasto napoleonico - Denuncie di Case e terre del Circondario di Nervi 2009 (stampa in proprio)

Ora riporto alcune immagini di suoi libri e mostre ed un mio articolo che Chiasserini aveva conservato e sono grata a lui come ad altri che  mi stanno aiutando avendoli conservati a ritrovare ciò che ho avuto la fortuna di poter scrivere a loro riguardo: ne sono grata e anche commossa, dato che si sostiene che nulla è così deperibile come un articolo di giornale. C'è un bel motto latino che soleva ripetere Giuseppe Lazzati: "serva ordinem et ordo te servabit", purtroppo benché non mi reputi del tutto disordinata non è la mia specialità.

Eros Chiasserini: Pubblicazioni e Ricerche 2000/2009

Tre articoli CD di "Ti racconto Nervi" Il Cittadino 21 maggio 2006

Un saluto da Nervi in caroline: Settimanale cattolico 24 giugno 2000

Un atto notarile del 1294 Il Cittadino 6 maggio 2007

 

 

 

Piero Sessarego La Voce di Nervi-S.Ilario. 

Referendum Autonomia:

passi fatti e da fare. Gennaio 2005

Lucia Botta Penco vinse una medaglia d'oro scippata dalla Grande Genova

 

Da notare la finezza del titolo: non tutti potevano esser simpatizzanti di Biasotti però la necessità di votarlo si spiega con la chiusa del secondo pezzo: se non fosse stato rieletto una giunta regionale di sinistra avrebbe bocciato per sempre l'autonomia e così fu.

Questo giornale fondato dal giornalista sportivo  Piero Sessarego è stato per Nervi come già Sapore di Mare per Quinto una miniera di notizie e ricordo di personaggi: bellissimo! In più questo giornale si proponeva un traguardo: l'autonomia di Nervi-Sant'Ilario che poi la Regione quando diventò rossa riuscì a vanificare dopo tutti i passi fatti per raggiungerla.

Più sotto ancora riporto una sacrosanta protesta dei cittadini favorevoli all'autonomia quando come ora il popolo dei forconi la gente scende in piazza e per prima cosa blocca le strade impedendo ad altri di lavorare: il lavoro prima della pagnotta e perché è il lavoro che procura la pagnotta diventa bersaglio da colpire per dar la misura della proprie ragioni e della propria insofferenza.

Da notare cosa che so ma che non scrissi da nessuna parte: c'è stata un'anziana nerviese Lucia Botta Penco che aveva vinto una medaglia d'oro a scuola alla vigilia dell'accorpamento di Nervi alla Grande Genova e accadde che il nuovo Comune non gliela desse mai. Come non poteva essere a favore dell'autonomia? In questo caso: "Genova ladrona... d'oro e di merito!"

La signora Botta discendeva da senatori del Regno in quel di Mondovì, aveva conservato finezza e acquisito saggezza di vita, rimase vedova con un figlio militare e una bimba di otto anni, perché suo marito uno dei più abili giardinieri dei Parchi di Nervi, morì mentre era intento al suo lavoro in quel posto fatato di splendido verde e alberi. Sua nuora Antonietta ne conserva una foto mentre arrampicato su quella palma sottile e la più alta di tutte che si vede scendendo al via dal Circolo dei Forestieri di una volta verso la vasca delle tartarughe e anche queste non ci sono più: con Penco è come se ne sia andata la stagione bella dei Parchi. 

Per chi lo ha conosciuto è stato sentito non solo come un incidente sul lavoro proprio una gran disgrazia per tutti dato il suo garbo e la sua competenza: aveva 55 anni.

Marcia sulle strisce dei cittadini di Nervi

per l'autonomia. Il Giornale 13 marzo 2010

Difesa del Verde:

1) Meno Verde, no grazie Il Cittadino 11 giugno 2005

2) Piano Winkler: è polemica Il Cittadino 18 novembre 2007

Pier Giorgio Baroni un innamorato di Nervi

che ha svolto un ottimo lavoro per la memoria collettiva

Prima di riportare qualche articolo riguardante il censimento del verde di Piazza Duca degli Abruzzi a Nervi e dei Giardini di Quinto che è stato originato dal pericolo della loro distruzione prevista per la piazza con abbattimento di alberi per posizionarvi una rotonda mi sembra giusto dar spazio all'opera di studio più importante compiuta da Pier Giorgio Baroni per i Parchi di Nervi e quindi dal Progetto su di essi.

Segnalo anche di rivedere il breve ma importante intrvento di Baroni nell'articolo prima riportato sul progetto di riqualificazione: infatti è sempre più che mai importante capire che obiettivo ci si propone e quale sia la priorità delle priorità.

Ma prima ancora due articoli sui Parchi di cui il primo fa capire l'uso improprio che ne veniva fatto e il secondo con il voto del cuore indica come questo polomone verde stia a cuore dei cittadini.

E per prima cosa segnalo i link in modo che chi legge possa andare a visionare per conto suo (le pagine del Sito sono più d'una) apprezzando cultura e passione.

www.parcoculturalenervi.it (copyright riservato di Pier Gorgio Baroni); e ancora: www.parchidinervi.it; www.pronervi.it

Parchi di Nervi: un bene pubblico. (Usi impropri dei Parchi)

Il Cittadino 6 agosto 2006

Luoghi del cuore: il voto premia i Parchi di Nervi.

Il Cittadino 10 settembre 2006

Messa Natalizia officiata da don Cavalli

per gli anziani della Rotonda di Quinto

(di cui è stato anima il cavalier Rosario Fucile) 

con tema il potenziale del sogno.

Settimanale cattolico 3 gennaio 1991: il sogno fatica quotidiana!

 

 

Nella pagina precedente ho scritto della mia unica partecipazione ad una riunione di dirigenti ansaldini per accompagnare mio marito e sarebbe stato uno sgarbo (intepretabile in tanti modi) il  non partecipare. Parlando allora del mio giornalismo raccontai di questo articolo scritto su una Messa  Fui criticata, quasi irrisa, dal mio dirimpettaio di tavolo e perciò avendo ritrovato l'articolo qui lo inserisco. Per dimostrare che forse queste righe hanno un valore maggiore di tante altre sterili cronachette.

Lo faccio anche per ricordare anche il cavalier Rosario Fucile, socialista che però riteneva non "tutti gli uomini nascano uguali e con le stesse capacità" e questo non si può livellare per programma politico. Intervistato da me una volta si comosse ricordando il periodo della deportazione e del lungo malessere che lo accompagnò al ritorno. Mi disse che ancora dopo tanti anni quando apriva il cassetto del suo comò al mattino e vedeva tre paia di mutande e di canotte lì ben piegate si commuoveva ripensando ai momenti della deportazione quando aveva sentito del tutto umiliata la sua dignità di uomo e specie quando nel viaggio di ritorno a piedi sostando per dormire in una Chiesa aveva constatato che altri "disperati" come lui lì tranquillamente defecavano per timore di farlo all'esterno e di diventare oggetto di qualche rapina. Come Liana Millu raccontò di quando appunto nel viaggio di ritorno una notte fu violentata da uno sconosciuto nel luogo dove si era rifugiata con altri (una specie di albergo) ma pur nell'umiliazione più totale aveva compreso la lunga astinenza sessuale di quell'uomo e pur non giustificandolo in un certo senso lo aveva capito ed aveva taciuto. E ricordava anche il profumo intenso di violette che aveva sentito in momenti cruciali o disperati della sua vita (le strane cose inimmaginabili che però attestano una comunicazione tra noi e un altro mondo dove altri vegliano su di noi).

Puntualizzo che queste non sono state conferenze personali di Millu a me, ma che disse l'episodio in pubblico all'Adei tra molte donne presenti. Non solo, Liana che aveva coraggio, quando fu invitata all'Aned per la presentazione di un libro su "Primo Levi - Il Presente del Passato" con gli Atti di un convegno sul chimico e scrittore torinese raccolti dal prof. Vasare in Storia '91 per l'Editore Franco Angeli, denunciò rigurgiti di razzismo e antisemitismo che di nuovo percorrevano le nostre strade. Si parlò dell'educazione scolstica mancata per far capire, causa d'ingnoranza dei giovani e di come la difficoltà di comunicare l'esperienza dei Lager derivasse "dall'incredulità cioè dalla faccia sociale dell'incredibilità delle cose". In quell'occasione Edoardo Sanguineti disse. "Bisogna decifrare per capire quanto noi siamo reponsabili dei meccanismi del potere" e questo a commento di un'agghiacciante pagina di Levi dove descrive i "salvati": "tali per caso e i peggiori, gli egoisti, le spie, mentre i  migliori erano morti. Il caso era stato aiutato dalla resistenza morale e da accorgimenti pratici, ma una schiacciante 'vergogna' rispetto ai morti aveva accompagnato i vivi".

E in quell'occasione Millu disse una frase che ben si adatta al dovere della memoria che hanno i vecchi come bene è ricordato nell'articolo della Messa per gli anziani di don Cavalli): "Noi siamo vecchi, stanchi, inquieti e l'inquietudine è un lievito solo per i giovani. Oggi abbiamo più che mai bisogno delle parole di Levi: 'in piedi, vecchi, per noi non c'è congedo'." (Ho scritto di questo incontro e proposto a Zerbini al Giornale ma credo poi l'articolo allora non trovasse spazio l'8/2/1993).

Di Millu ricordo che avendo in comune l'amicizia della signora inglese Audrey Clegg che insegnava ai miei figli, mi aveva chiesto con chi pubblicare i Ponti di Schverin, che  seguendo l'esempio del mio primo libro edito poi pubblicò con l'Editore Lalli, ma non so quanto ne possa esser stata contenta, dato che gli Editori spesso stampano ma non pubblicizzano oppure lo fanno in limitate occasioni. A me Lalli aveva chiesto un'intervista per TeleAmiata dove mai mi recai restando convinta del valore delle parole scritte più che di quelle dette o dell'immagine e forse sarà stata un'occasione sprecata.

Di Liana ho sempre ammirato la voce profonda che rivelava altrettanta profondità d'anima e lo dico perché forse tante politiche o signorine petulanti che s'avventurano in Tv (del tipo Littizzeto che forse proprio per la sua voce da Kalimero provoca meccanismi d'identificazione) dovrebbero curare la dizione.

La più bella intervista a Millu è stato il video-ricordo alla vigilia della morte fatto da Lelia Finzi Luzzati e da lei poi presentato all'Adei.

E poiché sono venuta a parlare di Anziani voglio ricordare un Sondaggio dei loro desideri. Il 31 ottobre 1991 partecipai a Lavagna ad un Convegno "Dare dignità alla Terza Età" promosso da Rifondazione comunista. Vi ascoltai un atto d'accusa contro PCI e  CGIL contro la deprofessionalizzazione degli infermieri da essi voluta che restano invece figure primarie dell'assistenza purché abbiano ricevuto adeguata formazione di scuola.

Si parlò dell'anziano cronico ma anche dei giovani non autosufficienti che hanno diritto  al ricovero gratuito in ospedale e senza limiti di tempo in base alla legge 692/'55, ma anche dell'ospedale a domicilio (di cui l'unico esempio era allora alle Molinette di Torino), quindi dell'assistenza domiciliare integrata, di RSA (strutture fino a 120 posti letto) che se non ben progettate rappresentavano il pericolo di tornare ad essere istituti di ricovero.

Ricordo che a questi convegni (partecipai anche ad altri) m'invitava Luciano Giusti del CLOD (Comitato ligure ospedalizzzione domiciliare), un operatore sanitario appassionato del suo lavoro che m'inondava di fogli e fogli trasmessi per fax e che quando conobbi vidi essere claudicante pur non curandosi affatto di questo suo handicap ma tutto proteso ad organizzare, divulgare e quindi a correre in sede di Convegno come un marotoneta: lo guidava l'entusiamo, l'altruismo del fare bene per gli altri e quindi migliorare qualcosa. Da tempo non è più e credo nella vita abbia tentato di realizzare la potenza trainante del sogno di cui parlò don Cavalli nella sua Messa per anziani, l'unica in grado di produrre risultati al di sopra dell'immaginazione.

Vengo ora al Sondaggio su 250 anziani, cui la notte di San Lorenzo, quella delle stelle cadenti, si chiese di esprimere un desiderio. In 152 risposero: "Libertà o autonomia o dignità". Uno scrisse: "che possa sapere quello che faccio, dico e dove vado e di non far schifo alle altre persone. Di poter sbrigare le faccende di casa e di poter morire nel mio letto".

 

Un sondaggio sui desideri degli anziani al Convegno a Lavagna: "Dare dignità alla Terza Età"  31 ottobre 1991

Omaggio alla GAM e alle iniziativa di Maria Flora Giubilei come una Mostra sulle cartoline di Aurelio Bertiglia,

omaggio anche alla giovinezza dei miei genitori

(pagina verso il matrimonio e cartoline)

 

Nel 1999 all'esposizione un Museo in Mostra a Palazzo Ducale nel presentare il patrimonio della Galleria d'Arte Moderna di Genova (GAM) è stato ricordato Aurelio Bertiglia e in proposito vedere Maria Flora Giubilei "Un Museo in Mostra", Catalogo Umberto Allemandi & C., Torino 1999 e nel Repertorio Generale delle Opere (Maschietto Editore, 2004) vi sono nel II Volume ben 52 riproduzioni catalogate del Legato  nel 1968  alla GAM di Stefania Dandolo vedova Dolcetta.

Aurelio Bertiglia come disegnatore - più di 8mila tavole - di "bimbi in cartolina", si schierò nella I Guerra Mondiale a favore della campagna interventista, nella II Guerra Mondiale  contro le forze Alleate impegnandosi in una serie propagandistica anti-inglese. Dopo il fascismo di lui non si sa più nulla. Torinese nato nel 1891, morì a Roma nel 1973.

Purtroppo il Legato Dandolo del 1968 ebbe risonanza dopo la sua morte e questo secondo me specie quando si parla di arte contemporanea è un errore: perché sì che l'Arte non deperisce e nel Museo resta come riserva aurea, però è ben diverso ricordare un artista quando sono viventi i "testimonia temporum" cioè coloro che lo conobbero, che l'amarono e talvolta lo odiarono. Un artista si riverbera del colore del suo tempo.

Per darvi un piccolo esempio di ciò inserisco la pagina che scrissi per il saggio-selezione delle Lettere dei miei genitori che vide la luce per la prima volta su Archivum Bobiense n. 23 del 2001, subito dopo che Le Lettere erano arrivate tra i dieci finalisti a Pieve Santo Stefano al Premio dell'Archivio dei Diari. Grazie al professor Flavio Nuvolone e in questo caso con corredo d'immagini tra cui appunto cartoline di Bertiglia precedette la pubblicazione in libro da parte della Lint di Trieste.

Perché le cartoline di Bertiglia? Perché nel 1937 avvivicinandosi da Trieste a Bobbio dove si sposarono il 2 settembre, mio padre richiamato d'improvviso (e quindi il matrimonio fu anticipato e celebrato da don Pugni in Duomo davanti all'altare del Sacro Cuore avendo a mala pena avvertito la nonna, il padre era cooptato in Germania come meccanico e guidatore di camion) mandò alla sua "Ida" cinque cartoline che racchiudevano la loro storia d'amore. Inserisco qui solo due di Bertiglia: La maestrina e  In viaggio verso il futuro, cui poi seguiva l'ultima (credo di Bertiglia ma non l'ho più avendola regalata  a mio  figlio Edgardo, ingegnere (e lo scrivo con orgoglio per una laurea tecnica che permette di lavorare anche in tempi di vacche magre pur se il dirlo si porta dietro l'accusa dell'esser provinciale!),  che presso gli scout di Nervi aveva imparato a dipingere tovaglie e che la riprodusse in quel modo: quindi quale regalo più significativo per il suo matrimonio che cartolina più tovaglia, dove si vedevano due bimbi che guardavano una culla (il loro desiderio di sposi: un figlio per essere famiglia) e mio fratello nacque a fine agosto del 1938.

Ma altrettanto graziose le altre due cartoline delle cinque inviate: la prima con un angioletto che portava una lettera sotto braccio e dopo quella della maestrina (di Bertiglia) lo stesso angioletto che guardava il suo cuore prigioniero in un barattolo di vetro. Romanticismo grande di un tempo perduto.

E mio pdre che il 30 luglio del 1937 era ancora per istruzione presso dil 3° Reggimento di Artiglieria in un campo vicino al fiume Spal (afflluente dell'Inn che a sua volta si getta nel Danubio) le aveva scritto poggiandosi come scrittoio sulla cassetta militare che lo seguì dovunque in guerra e dove poi chiuse le loro lettere: "La stella alpina che ho colto sul Brusadella a 3000 metri ti porti con il suo candore tutto il profumo della mia esistenza".

Ma prima ancora inserisco una pagina che avevo scritto su quel 1937 e che conferma le parole dell'artista Giovanni Talleri (v. Pagina Terre 3: Trieste) che cioè quei tempi italiani erano culturalmente alti forse molto di più degli attuali, ma le cose bisogna saperle, averle studiate o sentite raccontare da testimoni del tempo.

Queste due foto qui sopra, del Legato Dandolo, mi piacciono tanto che le ho inserite anche nel mio saggio su Archivum Bobiense pur se non riguardano la storia dei miei genitori. Metto di fianco la foto del Leone di Nervi quando esisteva ancor il piccolo zoo, foto sempre estrapolata dal Catalogo della GAM e sapendo di far la gioia di Pietro Risso autore con Marcella Rossi Patrone del libro che apre questa pagina e che a distanza di 50 anni dal testo del Gajone diventerà un vademecum per conoscere Nervi .

Il Leone anche perché Nervi torni a ruggire...

E scusate se in atmosfera natalizia con dentro struggimento e magone di feste passate inserisco il ricordo che ho voluto per mia madre in morte servendomi però di parole di Maria Teresa Di Lascia una scrittrice giornalista strappataci  dal cancro e di cui avevo potuto recensire Passaggio in ombra: i libri quando sono belli ci sopravvivono.

Nervi Sant'Ilario-Quinto Ieri e Oggi

di Pietro Risso e Marcella Rossi Patrone

presentazione Astor 8 dicembre 2013

(il libro-aggiornamento di quello di Alfredo Gajone del 1956)

 

Obbedendo al principio d'attualità inizio questa seconda pagina sul nostro Levante dopo la precedente che iniziava con l'immagine di Rambo, l'oca maschio del torrente Nervi sullo sfondo del Ponte Romano e con spiegazione di questo ponte dal testo "classico" del Gajone, con il nuovissimo  libro, appena uscito, che viene dopo 50 anni ad aggiornare quello del Gajone e che sarà quindi vademecum indispensabile per conoscere questa nostra terra.

Oggi, domenica 8 dicembre 2013, all'Astor si è vissuta una presentazione di intensa emozione e molto ben congegnata. Il libro Nervi Sant'Ilario-Quinto Ieri e Oggi riprende la memoria storica di questo nostro Levante e i cambiamenti nel tempo.

Pietro Risso è memoria storica di Nervi e la signora Marcella Rossi Patrone ha confezionato un prodotto mirabile. Ha anche voluto dedicare due pagine del testo all'opera che la Band degli Orsi compie per i bambini del Gaslini, ospedale  da dove una finestra guarda il mare sempre bello come quello di Nervi.

E' stata offerta nella degustazione, curata dai proprietari dell'Astor, la famiglia Maggi (che ha offerto grauitamente anche la sala per la conferenza), la bevanda "Nervi" . A base di Succo d'arancia non zuccherata, Succo di Limone e Sciroppo di Rosa (un dépliant spiega come e in che dosi) affinché la bevanda creata ora per questa manifestazione culturale possa essere divulgata. Nessuno la conosce ma così accadde proprio per lo Sciroppo di Rosa fatto conoscere a Milano richiedendolo e poi spiegando come  poteva esser fatto. Le tre essenze, di arancia, limone e rosa furono alla base di una risonanza commerciale per Nervi nei due secoli passati.
La conferenza non ha trascurato nessuna delle peculiarità di Nervi e di questo Levante ed ha sottolineato che dall'Ottocento in poi la crescita della popolazione è stata accompagnata da tre Chiese: San Siro per la zona contadina, l'Assunta di Caprafico per la zona marinara e San Giuseppe del Padre Santo per la zona operaia.

Il libro, edito dalla Nuova Editrice Genovese, costa  15 euro ed appare regalo indispensabile per figli e nipoti, per tramandare la memoria.

Per amarcord natalizio ricordo di mia madre Ida, in morte, con parole da Passaggio in ombra di Maria Teresa Di Lascia

e foto di Ida, mia figlia vestita da lucciola e vincitrice della mascherina d'oro al Circolo Forestieri di Nervi

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Da Arenzano un'idea per i Parchi di Nervi: Florarte

Sui parchi di Nervi perfino alle recenti primarie che hanno consacrato la vittoria di Renzi è stato diffuso un questionario chiedendo per i Parchi se sia opportuno mettere il biglietto d'ingresso e sono idee assurde già dibattute e già bocciate dalla gente. In passato si sono vista installazioni gigantesche oppure si è paralto dimettere un farafallario nelle serre o si sono tenute mostre appunto nelle serre. Perché dunque non esportare questa idea vincente per Arenzano e fare qualcosa di simile? Oppure è sempre la solita storia che chi può deve disfare ciò che ha fatto il predecessore eper distinguersi in originalità non può esportare un'idea valida e anche di buon vicinato?

Nervi la piazzetta ad inizio passeggiata intitolata

al sub Egidio Cressi - Il Giornale 14 giugno 2009

Il Giornale 17 luglio 1985. mio figlio Cesare, ingegnere (e lo scrivo con orgoglio di una laurea tecnica che permette di lavorare anche in tempi di vacche magre e pur sapendo che il dirlo si tira l'accusa dell'esser provinciali!, ma le lauree dei figli costano fatica nel tempo anche alle loro madri), allora ragazzino quindicenne  al Corso dei Sub e al centro della foto:

una grande gioia per una mamma vedere il proprio figlio sul giornale e per un buon motivo: grazie a Zamorani allora mio caporedattore!

Filippo Patané tante cartoline storiche - Mostre e Libri:

I Grandi Alberghi di Nervi

Pierluigi Gardella con lui: Nervi passeggiata in cartolina,

e autore dei Quaderni di Jeri 

e vincitore del Premio "A Compagna"

Ricordo di Francesco Boero:

muretto del Porticciolo e iniziative 

Giornale Pro Loco 1° gennaio 1997 (v. anche pagina Arte e Tradizione)

Ida aveva tre anni: al costume mancano i tre lampionici di albero di Natale che si accendevano e si spegnevano davanti al suo collo opera ingegneristica di mio marito, la tutina l'avevo fatta io con la macchina da maglieria, le ali il sarto Amedeo Fragomeni un galantuomo calabrese che aveva il laboratorio in via del Commercio

Copertina di questo istruttivo libro con anche il retro e come si usava una volta si utilizzava tutto lo spazio per la scrittura

Aurora Bafico Liguria... la mia Terra 2005

"ara di pietra sei tra cielo e mare levata" (da Camillo Sbarbaro)

 

Per Filippo Patané vedere anche la pagina "Guide di Genova" in quanto i suoi libri sono un vademecum indispensabile a conoscere questo Levante, per Pierlugi Gardella  vedere anche la pagina Religione: Libro sulle Confraternite nel Genovesato da lui scritto con Edoardo Meoli. Ma inserirò altri loro testi e per Gardella anche alpino  (vedi il suo Il Castello di Nervi per l'Associaione nazionale Alpini di Genova) mi è caro mettere l'articolo per quando gli alpini costruirono un asilo in Russia con il ricordo dell'alpino mons. Borzone.

Per l'amico Pierluigi Gardella che ha ben recensito il libro delle Lettere dei miei genitori per il Settimanale cattolico dopo una prima recensione sempre su tale giornale e altrettanto sensibile di Radif anch'io ho potuto scrivere varie volte, però qui mi è caro riportare l'introduzione ai  Quaderni di Jeri a cura della redazione del  Giornale e di fianco la presentazione dell'assessore Giorgio Devoto al terzo volume dei Quaderni, enrambi i pezzi esaustivi più di quanto avrei potuto scrivere io stessa.

Con questo libro siamo in tema di Nervi e passeggiata cui sono dedicati tre dei suoi olii, però ne riporto solo uno dedicato ad un labero dei  Parchi e lo "metto quasi a confronto" con un bosco d'autunno di Val Fontanabuona per poi mostrare alcuni scorci della riviera el'ultimo La Stazione di Camogli è come introduzione alla Mostra su ex voto marinari che ammirai nella Chiesa cattedrale nel 2003.

Aurora Bafico quando la intervistai tanto tempo addietro mi raccontò di come la pittura l'avese fatta uscire da una depressione e di come sia poi diventata per lei ragione di vita ed ha avuto anche tanti successi e riconoscimenti. Il suo primo quadro che ammirai riguarda un campo con olivi di Liguria un quadro che mia nuora Simona si era portata in Inghilterra dove da sposa con mio figlio Cesare visse i primi sette anni di matrimonio e questo non solo per avere con sé sapore di Liguria ma anche perché Aurora è stata sua indimenticabile insegnante.

Sapore di Brueghel, di umanità brulicante in questa Commenda

E sempre dal testo di Bafico la poesia di Camillo Sbarbaro (poeta da me amatissimo) per la Liguria

Nervi cuore di carità (1): Gli alpini di Nervi

costruiscono un asilo in Russia per 100 bambini

Settimanale cattolico 11 maggio 1993

I due quadri successivi attengono ai "nove" di Bafico inclusi nel Club dei Borghi  più bellli d'Italia

Italia Nostra raccoglie firme per il Giardino storico dei Parchi

Con il senno di poi: chi erano i contrari all'autonomia? Articolo di M.L.Bressani sul Settimanale cattolico del 30 marzo 2003: gli stessi da questa data di 7 anni prima alla marcia e tutti di sinistra

In pubblica assemblea per interrogarsi se a Nervi convenisse o meno l'autonomia si sono presentate nel marzo 2003 tutte le componenti comunali e regionali dell'Ulivo con Rifondazione e Italia dei Valori. E precisò Fabio Marchio (capogruppo regionale SDI) : "Un referendum non decisionale" dimostrando già con queste parole la sottintesa volontà di allungare i tempi per la consultazione arrivando al 2005 in modo che se dopo le elezioni la Regione avesse cambiato colore (allora c'era Biasotti, poi  ci fu il ribaltamento con Burlando e la sinistra che agguantò il potere) il referendum non avrebbe avuto più valore.

Giovanni Calisi allora presidente di Circoscrizione e che proveniva dalla DC preannunciò incontri con la gente in modo che la Regione non calasse una volontà dall'alto. Intervennne pacatamente Pietro Risso che incontrate ad inizio di questa pagina per il  nuovo libro su Nervi, scritto con Marcella Rossi Patrone: "Sui marciapiedi di Nervi gli anziani bisogna tenerli in piedi tra le buche, mancano panchine in passeggiata e in passeggiata come nei Parchi non ci sono Wc..., ma le proteste della gente non vengono ascoltate". Ed è tuttora una brutta favola infinita-...

E' uscito uno studio scientifico che spiega come tra sinistra e destra ci sia proprio un diverso modo di ragionare perché sono diverse le aree del cervello coinvolte  e a destra il coinvolgimento sarebbe maggiore investendo ben sei aree cerebrali contro le quattro della sinistra. Vero, falso? Non ho conservato l'articolo che mi ha divertito però ritengo che con il senno di poi se si considera chi abbia fatto saltare il banco del Referendum c'è già presente nell'attacco del mio articolo sul Settimanale cattolico il 30 marzo 2003 quando riportavo gli esiti di quella pubblica assemblea: e sono stati tutta gente di sinistra meno duttili al cambiamento, almeno ad un cambiamento che per un comune autonomo richiede contare le proprie risorse e basarsi su queste, ma Nervi le aveva e invece la centralizzazione se le è tenute strette senza dare nulla in cambio. D'altra parte non è più questione di destra e sinistra storiche che forse non hanno più ragione di essere ma di idee fisse in testa: la sinistra basa la sua amministrazione su tasse, la destra o meglio il liberalismo sulle risorse che uno riesce a procurarsi e per di più nei consigli di circostrizione che oggi si sono spostati come modo di agire nel Parlamento  questo, il Parlamento, offre solo schifosissimi (per gli altri cittadini cioè tutti noi) programmi ideologici, dichiarazioni d'intenti invece di fare le semplici cose di cui tutti noi abbiamo bisogno.

Da notare nell'articolo le belle parole di Marta Vincenzi che studiò filosofia come Bersani: i  filosofi sanno quindi parlare molto bene e Vincenzi raccontava di aver seguito il Berlinguer dello strappo e se ne vantava, ma per quanti strappi lasci fare il PD poi rimane uguale a se stesso: prima accoglie i dissidenti, cioè quelli dello strappo che nel tempo si può chiamare Rifondazione , Italia dei Valori, Sel e poi li scarica tutti e continua a sopravvivere immarcescibile pur se del tutto marcio.

E altro argomento per la vivibilità di Nervi: difesa del verde

Progetto di riqualificazione dei parchi

Il Settimanale30 marzo 2003 

Pier Luigi Gardella e i Quaderni di Jeri: Redazione Il Giornale e Presentazione di Giorgio Devoto al II dei Quaderni nel dicembre 2007 

Eccoli i Pipetti ritrovati:

Sulle tracce di Maria per le colline di Liguria:

Il Giornale 18 dicembre 2004

La proposta di portare grandi installazioni o opere d'arte del tipo di Henry Moore mi suggerisce di mettere  a titolo esemplificativo queste due foto di viaggi di quando mio figlio Cesare ha lavorato dopo la laurea per sette anni in Inghilterra.

Però quel parco a Wakefield in Yorkshire dove nel 2001 ho ammirato le sculture di Moore 

era tenuto malissimo (in modo molto lontano dal nostro concetto di manutenzione, mentre altri giardini specie delle ville nobiliari inglesi sono molto ben curati e servono a chi è ancora proprietario per mantenerne la cura della loro dimora facendo pagare il biglietto d'ingresso.

Ho viso però anche una dimora nobiliare con bellissimi quadri e l'atrio principale ricostruito con colonne di cartongesso ad imitare un marmo originario distrutto.

In Italia abbiamo davvero più opere d'arte e bellezza che nel resto del mondo.

Ex voti marinari alla Commenda -  Corriere Mercantile 1 marzo 2000

Chiedo scusa a chi legge e a chi ha formulato questo bellissimo Sito se ne metto qui solo la pagina iniziale in quanto il mio lavoro di raccolta è per stimoli o assaggi di argomenti più ampi e poi resto convinta che chi vuole ed ha gli elementi per raggiungere qualcosa di suo interesse può e deve farlo anche da sé: nulla si raggiunge se non con un po' di fatica o ricerca personale.

La Wolfsoniana di Nervi: splendide iniziative di collegamento

con il territorio pro figli e nipoti di artisti

Il Cittadino 24 giugno 2007

Ho voluto concludere questo assaggio dei quadri così realistici, quasi foto con l'anima, di Aurora Bafico con la stazione di Camogli  fiorita di Bougainvillées perché  inserisco ora il ricordo dell'esposizione permanente  di ex voto marinari nel Santuario del Boschetto di Camogli e per meglio farli comprendere nel loro valore storico  inserisco poi l'articolo concernente la più bella Mostra di ex voto che mia sia capitato di vedere nella suggestiva Commenda di Pré e vi furono spiegati  nel contesto della storia ad essi contemporanea.

Gianni Argentino:

in 300 gagliardetti la storia del "nostro" territorio nel '900. 

Ricordo dei salvamenti operati dal padre Augusto pescatore

davanti a Torre Groppallo

 

Gagliardetti, splendidi, colorati, che si possono immaginare bandierine sventolanti dal manubrio di una bici e altri di foggia più elaborata: gagliardetti delle pubbliche assistenze, dei vigili del fuoco, della capitaneria di porto, del gruppo alpini, delle società operaie di mutuo soccorso, delle società sportive di canotaggio e di calcio,di provincia, comune e regione: tutta una storia, la nostra storia del secolo passato in queste terra di Nervi-S.Ilario- Quinto: erano 300 i gagliardetti e stavano appesi nella bottega del macellaio Gianni Argentino, in via del Commercio poco dopo il Palmeto, davanti all'attuale sede Inps.
La raccolta di Gianni cominciò con il gagliardetto del Genoa di cui era tifoso, ma la moglie sampdoriana convinta gli chiese di mettere anche il suo e così furono i primi due affiancati. Questa parità piacque anche ai clienti perché nessuno voleva sentirsi escluso. E poi qualcuno per arricchire la raccolta iniziò a portarne dalle Americhe, dal Messico, dal Brasile e così via. Un giorno ne comparve uno con tutte le firme dei giocatori della nazionale offerto da Stefano Eranio, un campione che dal Genoa era passato in Nazionale e che abitava poco lontano dal negozio.
Gianni, lo vedete nella foto, in questa gloria di colori, iniziò la raccolta verso i suoi 30 anni, e uomo ricco d'entusiasmo e di voler fare era stato canottiere e gareggiava per i colori della Società Sportiva S.Ilario di Capolungo, volontario nella Pubblica assistenza nerviese cui è tornato a collaborare, ora che continua nel suo lavoro presso la macelleria “Robledo” in via Oberdan.
Non solo, dato che appartiene a quel manipolo pugnace di gente che ama la propria terra e che ha trovato spazio in questa pagina, Gianni spera di poter presto vedere una targa in memoria di suo padre collocata nei pressi della Torre Gropallo davanti alla quale avvennero molti salvataggi in mare operati appunto da suo padre,muratore innamoratissimo del “suo” e nostro mare e quindi della pesca.
Ne elenco alcuni: il 19 aprile del 1943 durante la traversata nei pressi di Punta Nera (Isola d'Elba tra Livorno e Bastia-Francia) il piroscafo Francesco Crispi venne silurato dal sommergibile inglese "H.M.S.Saracen". Trasportava 1300 uomini, di cui più di 500 Granatieri di Sardegna e ne morirono 900. Una quarantina di giorni dopo i cadaveri furono spinti dalle correnti nelle acque della Costa Ligure. Sette furono ricuperati da Augusto Argentino, padre di Gianni, nello spazio di mare davanti alla Torre Gropallo ed ebbero degna sepoltura da parte dei familiari. Per questo Augusto non mancava mai di avvertire: "Se vedete qualcosa in mare che sia un corpo pur se non avete notizia di qualcuno che sia scomparso, segnalatelo sempre, perché c'è sempre qualcuno che aspetta, una madre, un fratello, un parente..."
Se questo del piroscafo è stato il recupero più drammatico per il numero dei deceduti, ci furono altri salvataggi da lui operati e finiti bene: di una Suora e un bambino presso lo Scoglio di Serra adiacente gli ex Bagni Traverso (oggi blu Marlin) e per questo la targa (la pratica è stata accolta in Comune, ma deve seguire l'iter dell'approvazione da parte della Commissione) potrebbe essere collocata alla ringhiera di fronte il bar la Capannina che li sovrasta oppure nella piazzetta davanti alla Torre. Tra gli altri salvataggi finiti bene, quello di una ragazza presso i bagni Medusa e durante una forte mareggiata affrontata a nuoto - durante l'occupazione nazista – Augusto con la sua piccola barca a remi salvò l'equipaggio di un aereo tedesco ammarato per un guasto davanti alla Torre.
Quando poi anche per Augusto arrivò la sua ora, al funerale la Società Nazionale di Salvamento portò in dono la bandiera sociale e una corona di fiori; mons. Francesco Macciò, indimenticabile parroco a S. Siro ebbe per lui indelebili parole di elogio.  Don Macciò l'unico che nell'articolo sulla sua Chiesa per il Settimanale diocesano volle leggere cosa avevo scritto prima che lo inviassi: un'apparente pignoleria che per me va solo a merito della sua attenzione perché il giornalista può sbagliare e lo fa...)
E ancora tra i  ricordi della famiglia di Gianni, quelli da conservare sempre, la moglie Annamaria è stata allieva di Suor Margherita delle Rossello di Sant'Ilario che ho potuto intervistare per i suoi 100 anni. Lucidissima nonostante l'età e grande educatrice anche nel colloquio con me (v. Pagina 21 "Cinema e fotografia" dove ne scrivo per come nacque la sua vocazione e per quello che ritengo essere "vero amore").
                            Maria Luisa Bressani
 

 

 

Paolo Sassetti (Ass. Amici Parchi) difende lo scoiattolo grigio.

Da articolo Beatrice Lombardo, Il Giornale 29 gennaio 2014

Segnalo su indicazione di Annamaria Capurro Argentino il bel Sito che Aldo Leporatti un giovane di Sant'Ilario ha messo su Internet: santilarionline.it e che, pur continuando ad aggiornarlo, ha in parte già raccolto in libro, "Sant'Ilario Ligure - memorie di un paese" pubblicandolo in Italia presso Cromografica Roma, S.r.l. Roma, per Gruppo Editoriale l'Espresso S.p.A

In omaggio a Gianni Argentino 

anche volontario nella Pubblica Assistenza Nerviese e ai volontari tutti un mio articolo sul Giornale 30 maggio 1993

Prima d'inserire l'articolo voglio solo precisare che non riaffiorava dalla mia memoria l'averlo scritto ed è stato solo grazie alle parole di Gianni Argentino dette con semplicità sul suo volontariato prestato da giovane presso la Pubblica Assistenza e di nuovo ora dopo anni che mi sono mossa ad inserirlo: i rari momenti in cui mi è toccato viaggiare su un'amulanza  sono nela mio ricordo altamente drammatici perciò preferisco rimuoverli come una delle mie più grandi sofferenze è varcare la soglia di un ospedale e ammiro chi lavora in questi settori.

Domenica, a Nervi grande festa per la Pubblica Assistenza che inaugura una nuova ambulanza (Volkswagen Hosp-Mobil Maf), dotata di macchina completa di rianimazione, e festa con premiazione dei militi per il trienno '90/'92.
"E' questa un'occasione importante per due motivi - come spiega il presidente Francesco Fravega-. Innanzi tutto come riconoscimento di un'opera di soccorso che continua da 80 anni. La Società fu fondata il 2 maggio 1912 e per i suoi volontari si fregia del motto "quasi cursores vitae (=quasi corridori per la vita)", che più modernamente si può tradurre "militi della carità".
"I dati parlano chiaro - precisa Fravega-: nel triennio '90/'92 abbiamo prestato 17499 servizi, di cui 86 fuori provincia e 23 all'estero; abbiamo percorso più di 230mila chilometri. In alcuni casi, come per due persone trasportate e operate a Marsiglia, si può parlare di 'vite salvate'.
"Il secondo motivo è che l'ambulanza, costata ai Soci 100 milioni, permette di non essere declassati, quando sarà applicata la legge che introduce anche in Italia il numero 118 per le chiamate di soccorso d'emergenza, coordinate da centrali operative. Le ambulanze infatti subiranno una classificazione. Alcune saranno declassate se sono in servizio da troppi anni o se hanno percorso più di un certo tot di chilometri.
"Inoltre per la guida delle ambulanze, già da ora (nuovo Codice della strada) sono ammessi i ragazzi sopra i 21 anni e non più diciottenni. Queste nuove norme derivano da un bisogno di maggior sicurezza e di miglior servizio. Adeguarsi per tempo, come abbiamo fatto, è compito di oculata dirigenza".
Per l'occasione celebrativa è stato edito un prezioso libretto di notizie storiche sulla Pubblica Assistenza Nerviese. Nel primo Consiglio direttivo s'incontrano nomi illustri, tra cui: Giuseppe Calugi, Michele Fravega, Giuseppe Gentilotti, Innocenzo Ferrari Aggradi, Tito Magnani.
I primi mezzi di soccorso furono una barella a ruote e due brande di ferro e così nacque la lunga storia di soccorso, che continua tuttora per il crescente bisogno di questo tipo di volontariato. Infatti l'ANPAS (Associazione Nazionale Pubbliche Assitenze) dall'entrata in vigore del nuovo Statuto nel '90 ha registrato ben 579 adesioni e da 14 Regioni italiane.
                       Maria Luisa Bressani
 

Nervi cuore di carità (2):

Da San Giuseppe di Nervi grazie a don Vincenzo De Pascale

un  prefabbricato per bimbi disabili d'Amman

Settimanale cattolico 26 febbraio 2006

Collezione permanente ex voto marinari

nel Chiostro del Santuario del Boschetto di Camogli

e libro di Farida Simonetti che li descrive e ne racconta la storia

Biagio  e il Turco, cioè Alì del Bugazzo, offrono un quadretto votivo alla Madonna del Boschetto: la loro scuna navigava dal Mar Nero a Marsiglia al tempo della guerra di Crimea. Alì era stato imbarcato per far le veci del dispensiere morto di colera e a fronte della gioia dell'imbarco sopravvenne poi un gran fortunale che mise tutti a rischio della vita, ma salvatisi miracolasamente ecco l'ex voto, dono riconoscente che si ammira nel Chiostro del Santuario.

Ho scelto questo episodio tra i tanti per il senso di accoglienza e di non discriminazione in base all'appartanenza a popoli diversi che accomunava un tempo gli uomini di mare e che si riscontra sempre viva specie nelle città marinare.

Come non manca di commuovermi al Museo Revoltella di Trieste, mia città natale, vedere la preghiera dei musulmani che interrompono la battaglia e si genuflettono tutti per pregare formando quasi una linea d'orizzonte a delimitare il campo: un dipinto del 1886 del napoletano Domenico Morelli.

Come mi commuove sempre ricordare i versi del Nobel greco, Odisseo Elytis: “Elle est retrouvée. Quoi? L’eternité./ C’est la mer, la mer melée au soleil”. In essi l'infinito mare che suscita l'idea di Eternità e supera ogni possibile divisione o mancanza di carità nella luce di un Dio unico per tutti. Nell'offerta votiva di Alì il turco, nel quadro al Museo Revoltella, come nei versi citati emerge una consapevolezza: l'uomo senza l'aiuto divino poco può; se riesce talvolta a salvarsi nel mare tempestoso della vita o di una guerra è per quella mano salvifica che aiuta dall'alto.

Ed è Camogli detta la "città dei mille bianchi velieri" ad accogliere questa bella esposizione permanente: 76 pezzi nel 1938 come scriveva lo storico locale Gio Bono Ferrari, facendo risalire il più antico solo al 1837 , nonostante il culto secolare, infatti c'era stata la dispersione del patrimonio di 400 quadri ex voto  per le travagliate vicende storiche del Santuario stesso. Lo storico, confortato anche dalla memoria degli ottuagenari di allora, ricordava che "tutti gli altari e tutte le pareti della Chiesa erano coperti di ex voto marinari". Quelli tuttora presenti sono stati restaurati e la loro descrizione e riproduzione per immagini è raccolta nel libro Ex voto marinari del Santuario di Nostra Signora del Boschetto (Tormena Editore, Genova, 1997).  La curatrice è una cittadina di Camogli, la professoressa Farida Simonetti. Lo ha dedicato  a suo padre "che sul piazzale di questa Chiesa ha giocato bambino".

A fine libro viene citato dall'Inventario Costa (1919) quali siano gli ex voto non più presenti e vi è anche un elenco per gli ex voto di soggetto non marinaro.

Per l'esecuzione artistica si riscontrano tre fasi a seconda del pittore in quel momento punto di riferimento - quasi in un rapporto fiduciario - per chi voleva far eseguire un dono votivo. Nella prima metà dell'Ottocento il riferimento è Marsiglia con Cammillieri e  i Roux, ngli anni Cinquanta e Sessanta lo è Domenico Gavarrone, cui segue un momento di fortuna per Giovanni Canetta, presto soppiantato da Angelo Arpe (suoi gli ex voto anni Ottanta dell'Ottocento).

Non solo, Domenico Gavarrone  diventa un riferimento per la storia e l'iconografia della navigazione a vela e la sua grande precisione di particolari nasce probabilmente da una formazione cantieristica. Molte le notizie preziose sull'evoluzione della marineria camogliese: dalla parte scritta delle riproduzioni si ricava anche l'indicazione del tipo d'imbarcazione, del suo nome e di quello del capitano. Non solo, proprio a Camogli nel 1853 nacque la prima assicurazione marittima, la "Mutua Assicurazione Marittima Camogliese" grazie alla quale se se un bastimento camogliese naufragava oltre 500 Soci erano pronti, entro 24 ore dall'accertamento del naufragio, a fornire all'armatore colpito una nuova imbarcazione.

Dagli ex voto risalta anche la rilevanza di questa marineria nel mondo marittimo del tempo per la diversità dei contesti rievocati: dall'attività della pesca a quella commerciale, intensa nonostante il rischio di assalti della pirateria levantina, dall'impegno nella campagna d'Algeria e nella guerra di Crimea ai grandi viaggi oltreoceano, a New York e perfino a Sidney. E vi erano impiegati gozzi, navicelli, bombarde, soprattutto brigantini.

Poi con Arpe come esecutore arriva il declino determinato dalla sostituzione  della navigazione a vela con quella a vapore.

Per quanto concerne la tradizione del Santuario, all'incrocio delle vie di collegamento tra l'abitato di Camogli e la valle di Ruta si trovava un'edicola con il dipinto su tavola raffigurante la Madonna col bambino, tuttora esposta nell'ancona marorea dell'altare maggiore. All'origine del Santuario dei naviganti ci sarebbe dunque un culto popolare e campestre legato a quel boschetto di cui rimane solo il ricordo toponomastico. Nei pressi dell'edicola nel 1518 Maria apparve ad Angela Schiaffino invitando a far edificare una Chiesa a suo nome e a tal fine avrebbe segnato il luogo imprimendo una "M" sulla roccia. Vi fu eretta prima una cappella, quindi, per l'afflusso dei fedeli, nel 1603 una Chiesa. La ricorrenza del terzo centenario dell'apparizione della Vergine, conclusi i foschi tempi napoleonici di rapina di ordini religiosi e beni ecclesiastici, fu celebrata con la cerimonia dell'Incoronazione il 30 agosto 1818.  Dopo la celebrazione su richiesta dei camogliesi, Papa Pio VII acconsentì a spostare la festa della Madonna alla prima domenica di settembre, poiché il 2 luglio, quando questa prima veniva celebrata, la maggior parte del popolo - tutti  pescatori-  non poteva esser presente.

Durante la navigazione l'immagine della Madonna del Boschetto accompagnava i naviganti insieme a quelle dei santi patroni del luogo, San Prospero e San Fortunato.

                  Maria Luisa Bressani 

(scheda 63 del libro) . Anonimo sec XX (1901): L'equipaggio del "Nemesi" tratto in salvo dopo il naufragio nei pressi delle Isole di Capo Verde.

Questo ex voto è citato da Farida Simonetti perché accompagnato dal diario del capitano dopo il naufragio ed in attesa di essere salvati che testimonia in modo commovente il valore che attribuito dai naviganti alla Madonna del Boschetto e ai santi protettori  Prospero e Fortunato

(scheda 35 del libro) Angelo Arpe 1889: "Il brigantino "Due fratelli" riesce a salvarsi da un uragano nonostante il timone rotto.

E proprio ad  Arpe appartengono le riproduzioni più drammatiche del mare in tempesta, è bravissimo ad imitare la furia e il movimento dei cavalloni marini.

La Vergine incoronata Regina di Genova Il Giornale 18 dicembre 2004

Avevo scritto che avrei finito questa pagina con lo sguardo rivolto alla Madonna Della Guardia protettrice di Genova, ma dovendo ricercare un articolo molto lontano nel tempo, risalente a prima della venuta di Giovanni Paolo II a Genova (e allora fui alla Guardia quando vi celebrò Messa  per scriverne sul Settimanale diocesano e il ricordo del Papa alla Guardia è chiuso nel libro che mons. Venturini mise insieme dopo quell'evento Il ritorno a Genova di Giovanni Paolo II per affidarla a Maria - V Centenario dell'apparizione della Madonna della Guardia 1490-1990) , articolo in cui avevo appurato quanti fossero i luoghi nel Mondo in cui si è propagata questa devozione. Però ora mi accontento di mettere quest'altro molto più recente sulla Vergine dichiarata Regina di Genova scritto da me per il  Giornale nel 2004 e voglio concludere anche con il ricordo dell'ordinazione a diacono di Nicolò Anselmi un giovane caposcout dei miei figli, poi da giovane sacerdote nominato responsabile della Pastorale giovanile.

Mio marito era stato nominato Direttore generale dell'Italtrafo a Napoli erano gli anni '79/'80 ( i nostri figli di 8, 10, 12 anni) e non avendo voluto spostare là la nostra famiglia per non sconvolgere gli assetti scolastici dei figli in quel periodo, era però comprensibile come fossimo tutti depressi per quella lontananza pur se poi rientrò a Genova tutti i fine settimana (arrivava a Genova con l'aereo del venerdì sera tardi e rientrava con il treno viaggiando di notte la domenica e lo fece anche quando ci fu il terremoto e dovette compiere l'ultima parte del viaggio in un'auto affittata; telefonava tutte le sere e parlava con tuti e tre i figli che si mettevano in fila per quelle veloci parole al telefono).

I ragazzini però si confidarono con Nicolò e me lo vidi capitare in casa un pomeriggio insieme ad un altro scout per dirmi che gli scout sono una famiglia e se in quel periodo avessi avuto bisogno di supporto loro c'erano per i miei figli e per me. Ne restai commossa e anche un po' perplessa dato che era stato mio marito scout di vecchia data a volerli iscrivere nel gruppo scoutistico, io avevo solo accettato però in quel momento volli saperne di più su Nicolò e parlai con sua madre dato che Nicolò era orfano di padre. Una delle cose che ricordo era la sua preoccupazione di allora: "Credo che mio figlio voglia farsi sacerdote" ed essendo Nicolò ragazzo molto estroverso sembrava una stranezza, ma apparteneva già a quella categoria dei "folli" di Dio, quelli che antepongono a tutto e tutti la vocazione come i Santi e questo però in modo del tutto moderno quasi fosse una cosa senza peso per lui e lo dovesse essere anche per gli altri intorno a lui. Ricordo di averlo ascoltato di recente a Nervi per i 100 anni del gruppo Scout di Genova-Levante quando ricordò che al ferimento di Papa Wojtyla saltò in macchina per andare a Roma e solo una volta giunto in Toscana interruppe il viaggio per una telefonata di sua madre che lo richiamava e rendendosi conto che nulla poteva fare per il Papa stesso.

A Nicolò, memore di quelle sue parole di sostegno, chiesi una volta di ospitare per qualche giorno uno dei miei figli ormai adolescente perché forse per una mia mancanza di polso come mamma era diventato un po' troppo litigioso con la sorella maggiore: bisticciavano con irruenza  per la doccia del mattino prima d'andare a scuola ed avevano regolamentato gli orari appendendoli alla porta del bagno ma litigavano lo stesso. Mi sembrava oltre che poco ragionevole anche inaccettabile per cui decisi di allontanarlo per un poco da casa per fargli capire ciò che si perdeva con la sua adolescenziale ribellione. Nicolò mi comprese, lo ospitò in quella che era la sua camera-pensatoio con tanto di chitarra e libri, un ideale luogo-rifugio con una vista bellissima, alta sopra un giardino verde di piante. Mio figlio non aveva avuto niente di simile in casa nostra e forse per questo aveva tappezzato il sopra e le pareti di un armadio dove era inserito il suo letto con 140 etichette (circa) da lui collezionate: da Artigianmobili Novelli (un mobiliere vicino a casa nostra) alla Fragi a BabyCresci Topolino, etichette con tanta disparità tra loro ma con la comune offerta di un mondo coloratissimo, un mondo di sogni moderni. Era anche il momento in cui chi aveva figli di qualche anno maggiori del mio, quasi per moda  li metteva a vivere fuori casa (trovando loro un paio di stanze e servendoli comunque di tutto punto dal bucato ai pasti, un modo per controllarli), questo per non sopportare i loro orari diversi di studenti o anche per nuove abitudini di vita dei "pargoli" che i genitori non condividevano (dalla discoteca alla ragazzina precoce con cui incontrarsi).Quelli erano già figli universitari il mio più giovane, però quando andai a riprendermelo, dato che Nicolò quel giorno non poteva esser presente per salutarmi, questi mi aspettava su una panchina fronte-mare dove ci eravamo dati appuntamento. Lo guardai da dietro, così assorto e  così "solo" - mi parve, anzi la sua solitudine parlava per lui - e capii che "mai e poi mai" avrei  di nuovo ripetuto quell'esperienza di un distacco anticipato e immotivato: mi diedi una regolata,  dovevo solo imparare a far capire ai miei figli la necessità dell'armonia familiare e dovevo lavorare al loro fianco più che affidarli ad altri, pur se da tempo sentivo ripetere da "educatori" vari la necessità del "delegare". Nello stesso tempo non dimenticherò mai la pronta e generosa risposta di Nicolò che mi aiutò e  senza saperlo anche in questa mia personale presa di coscienza.

Nicolò Anselmi di Quinto è ordinato Diacono 24 giugno 1991.

Da sacerdote è poi nominato responsabile della Pastorale giovanile

In data 11 marzo 2010, presso l’auditorium del Collegio Emiliani, si è tenuta un’assemblea organizzata dal comitato spontaneo per la ricostituzione del comune di Nervi – S. Ilario, presieduta dal dr. Francesco Mura. L’obiettivo è stato quello di capire, anche attraverso la testimonianza di chi in questi quartieri vive, se l’ipotesi di creare un comune autonomo sia una semplice provocazione o una effettiva volontà.Tra i presenti alla discussione, oltre ai cittadini, anche il presidente del Municipio IX Carleo, l’assessore Alfieri, il candidato in regione della Lega Francesco Buzzone e, a sottolineare la natura bipartisan dell’iniziativa, Martina Canepa del PD.Il convegno si è aperto con la presentazione di diapositive, allo scopo di evidenziare il degrado in cui versa in particolar modo il quartiere di Nervi. Immagini eloquenti a testimonianza dello stato di abbandono di alcuni dei luoghi più belli di Genova: il porticciolo, la passeggiata, i parchi. Si tratta di una realtà ancor più triste se paragonata al passato glorioso di questi luoghi. Nervi, conosciuta nel mondo come la “perla del Tigullio”, era infatti una nota meta turistica nonché un importante polo industriale.Oggi tutto questo non esiste più, soprattutto a causa delle continue scelte sbagliate dell’Amministrazione comunale, che da sempre ha continuato ad investire esclusivamente a ponente, da dove arrivano i voti.L’obiettivo dei nerviesi è allora chiaro: recuperare, attraverso la ricostituzione di un comune autonomo, una sovranità sul territorio che fu loro sottratta a partire dal 1926, quando Nervi fu accorpata alla grande Genova. L’unica strada possibile, come ha ricordato Francesco Buzzone nel proprio intervento, è quella del referendum: ecco perché la relativa richiesta è già stata presentata. Non rimane che attendere l’esito delle regionali. In data 11 marzo 2010, presso l’auditorium del Collegio Emiliani, si è tenuta un’assemblea organizzata dal comitato spontaneo per la ricostituzione del comune di Nervi – S. Ilario, presieduta dal dr. Francesco Mura. L’obiettivo è stato quello di capire, anche attraverso la testimonianza di chi in questi quartieri vive, se l’ipotesi di creare un comune autonomo sia una semplice provocazione o una effettiva volontà.Tra i presenti alla discussione, oltre ai cittadini, anche il presidente del Municipio IX Carleo, l’assessore Alfieri, il candidato in regione della Lega Francesco Buzzone e, a sottolineare la natura bipartisan dell’iniziativa, Martina Canepa del PD.Il convegno si è aperto con la presentazione di diapositive, allo scopo di evidenziare il degrado in cui versa in particolar modo il quartiere di Nervi. Immagini eloquenti a testimonianza dello stato di abbandono di alcuni dei luoghi più belli di Genova: il porticciolo, la passeggiata, i parchi. Si tratta di una realtà ancor più triste se paragonata al passato glorioso di questi luoghi. Nervi, conosciuta nel mondo come la “perla del Tigullio”, era infatti una nota meta turistica nonché un importante polo industriale.Oggi tutto questo non esiste più, soprattutto a causa delle continue scelte sbagliate dell’Amministrazione comunale, che da sempre ha continuato ad investire esclusivamente a ponente, da dove arrivano i voti.L’obiettivo dei nerviesi è allora chiaro: recuperare, attraverso la ricostituzione di un comune autonomo, una sovranità sul territorio che fu loro sottratta a partire dal 1926, quando Nervi fu accorpata alla grande Genova. L’unica strada possibile, come ha ricordato Francesco Buzzone nel proprio intervento, è quella del referendum: ecco perché la relativa richiesta è già stata presentata. Non rimane che attendere l’esito delle regionali.

Il dottor Francesco Mura presiede il Comitato dei cittadini per l'autonomia 11 marzo 2010 e segue la Marcia del successivo articolo

Per l'Autonomia il pensiero della gente:

(e triste il politico che come Morgano delude...

Ma contro l'autonomia potè la giunta di sinistra) 

"Nervi, Comune a sé?" Il Cittadino 27 febraio 2005

Prima di continuare mi fermo un attimo per sfatare un luogo comune che mi sentii rimproverare ad un pranzo ufficiale di direttori ansaldini: avevo appena scritto un articolo per il Settimanale cattolico ripercorrendo i punti salienti di una Messa officiata in Sant'Erasmo da don Cavalli. Il direttore seduto davanti a me, ironizzò, gli sembrava incredibile. Ora non ricordo l'argomento, ma certo d'attualità trascinata nel contesto religioso ed istruttiva come poche (non avevo scelto una predica a caso).  Non solo uno dei miei lontani articoli sul Settimanale aveva fatto sì che durante un processione alla Madonna del Monte alle stazioni della Via Crucis i partecipanti ne avessero ripetuto mie parole e credo possa essere una soddisfazione vera, in quanto mi sentii utile e d'aver fatto una cosa buona.

Sono però convinta che bisogna spiegarsi per farsi capire e veicolare all'altro l'importanza di ciò che intendiamo dire, ma forse non seppi spiegarmi bene eppure resto convinta che quello della Messa sia stato uno dei miei articoli più "costruttivi",  perciò lo reclamizzavo tra ingegneri  che dovevano essere  un poco "costruttori"... Ma di che cosa? Erano la dirigenza ansaldina e si sa come sia finita la grande Ansaldo...

Lo dico nel senso che un giornalista "potrebbe anche avere l'ideale di costruire coscienze più libere e consapevoli". Ma non tutti ci credono e molti giornalisti al riguardo latitano, per altro anche molti ingegneri... Lo dico adesso perché "ascolto oggi e rispondo domani" e questo è il mio domani nel mio presente: "sto vivendo quel domani a lungo represso non volendo far scene di protagonismo quando ero inviata come cronista. Avete presente come siano indigesti agli altri, a tutti, quelli che in un pubblico dibattito profittano di una domanda al relatore di turno per esibirsi in qualche loro intemerata? E questo è peggio per il giornalista inviato per ascoltare e registrare fedelmente ciò che viene detto e non per esibirsi.

 

Direttori ansaldini criticano il mio articolo

sulla Messa officiata da don Cavalli di seguito riportato

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Cavalier Rosario Fucile: pellegrinaggio a Dachau

e parole di Antonio Zeggio "pellegrino" nella vita.

Settimanale cattolico 20 aprile 1989

Comunità diocesana: Dall'Europa a Mathausen 

Il 4 maggio quando primavera ridice la vita parte da Genova l'undicesimo pellegrinaggio ai campi nazisti KZ (cioè quelli di sterminio dove sui 13 milioni di internati (6 milioni gli ebrei serminati) se ne salvò il 10%).

Il termine pellegrinaggio è di per sé esplicativo di un viaggio diverso. Al riguardo Antonio Zeggio, uno dei partecipanti dell'anno scorso, precisa: "Come cristiano cattolico ho fatto spesso pellegrinaggi, anzi mi sento un pellegrino nella vita. Vado per cercare e trovo sempre qualcosa. Da questo itinerario ho riportato l'idea di una società fatta di persone solidali e creative con una strada da percorrere insieme".

Proprio per realizzare una società più giusta il cavaliere Rosario Fucile, presidente della sezione provinciale di Genova dell'Aned (Associazione nazionale ex deportati politici) sostiene la necessità di far vedere ai giovani quei campi, ora diventati Museo per far loro capire cosa significa un sacrificio.

Siciliano, 75 anni, operaio ai Cantieri del Tirreno, deportato politico prima a Dachau poi a Buchenwald, quindi nel sottocampo di Gardershim, ora gestisce con l'apporto di volontari il Centro Anziani di Quinto che chiama affettuosamente la "sua creatura".

Oggi vuole fare quello che non poté quando vedeva eliminare giorno per giorno i suoi simili. Con sé porta l'incubo di non aver realizzato gli ideali nati da quell'esperienza. Li enumera: fratellanza, amicizia, rispetto che non è uguaglianza. Sostiene infatti contro la retorica delle "diversità per denaro" che, dopo aver indossato per sei mesi lo stesso paio di mutande, oggi le sei paia, pulite e ben piegate nel suo cassetto, per lui sono la ricchezza.

E mentre mi raccontava queste cose si commuoveva, gli venivano lacrime agli occhi. Come quando mi raccontò del dolore provato nel viaggio a piedi di ritorno dal campo di deportazione all'Italia dia ver dovuto defecare in una Chiesa abbandonata come fecero altri per timore di poter esser sorpresi all'esterno.

Dopo la guerra però l'incubo era così squassante che si materializava ogni notte. Per cinque anni, al momento di prender sonno, scivolava di nuovo nell'orrore fino a perdere il posto che aveva riavuto ai Cantieri. Si sentiva invalido più di uno senza braccia ma non era ancora stata individuata da un medico ex deportato, Fichet, la "sindrome da campo di concentramento" su cui poi pubblicò i primi studi. L'incredulità era la risposta perfino degli stessi familiari al racconto sull'atrocità subita.

Intanto dopo la guerra si era continuato a celebrare una Messa annuale di commemorazione al San Filippo di via Lomellini. Da questo appuntamento si organizzò la sezione genovese dell'Aned. Primo presidente fu don Andrea Gaggero, compagno di carcere di Fucile ad Oneglia nell'agosto del '44, poi nel campo di smistamento di Bolzano, infine deportato a Mauthausen.

L'incontro di preghiera s'interruppe quando la presidenza passò a Rossi, consigliere comunista. Allora Fucile, già uscito dal partito al tempo dell'occupazione d'Ungheria, nel candidarsi a sua volta presentò un programma basato su tre punti: riprendere la Messa, realizzare pellegrinaggi da Genova, scrivere un libro.

Ha mantenuto le promesse. Il libro Dalla Liguria ai campi di sterminio è stato diffuso gratis, come pure gratis partecipano ai pellegrinaggi alcuni studenti e professori scelti delle scuole su invito del Comune.

Il libro contiene i nomi, comune per comune ligure, dei 1163 deportati, di cui 861 eliminati e 320 superstiti. Non romanza i fatti, resta cronaca dura, storia che pesa ed insegna.

               Maria Luisa Bressani

 

 

      
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